“Ho due stanze piene di libri e non li ho ancora letti tutti, ma vi studio sopra ogni giorno. Non esiste libro sulla terra che io non l’abbia…”
Così diceva il Priore di San Michele Benedetto ai rappresentanti delle grandi abbazie benedettine d’Europa riuniti in Concilio a Limonges nel 1031.
Queste parole sono la più antica traccia della vasta e ben fornita biblioteca abbaziale che, dopo la soppressione del 1622, scompare e viene probabilmente dispersa in tutto il mondo.
L’attuale biblioteca della Sacra di San Michele nasce solo nell’ottobre del 1836, con l’arrivo sul Monte Pirchiriano dei Padri Rosminiani.
Fu lo stesso Rosmini, due giorni dopo l’arrivo dei primi religiosi, a inviare una lettera da Stresa con l’elenco dei libri da acquistare. Inizialmente conteneva circa 300 tomi dei secoli XVII e XVIII e, con il tempo, vi si è accumulato un patrimonio importante di testi, fino ad arrivare al numero di circa 10.000 volumi tutti riordinati e schedati, secondo il sistema della Biblioteca Vaticana, dal paziente e costante lavoro di un gruppo di Volontari.