La storia millenaria della biblioteca della Sacra di San Michele, così come la sua collezione, è oggi di difficile ricostruzione.
Dai tempi della sua fondazione, ad opera dei monaci benedettini tra XI e il XII secolo, la Sacra di San Michele diventò uno dei centri nevralgici più importanti della Valle di Susa non solo per il significato che il luogo
evocava spiritualmente ma anche per il ruolo culturale che esso offriva. I monaci, infatti, possedevano una ricca biblioteca di testi classici e religiosi e accoglievano giovani ragazzi di stirpe nobile per insegnare loro le materie del Trivium e del Quadrivium. Tutto questo ebbe il suo massimo splendore fino alla fine del XIV secolo.
Tuttavia, l’abbandono dell’abbazia dal 1622 al 1836, insieme ad una serie di terremoti e di bombardamenti, contribuì alla dispersione e alla
scomparsa della collezione libraria originale.
Solo nel 1836 il Beato Antonio Rosmini con la sua comunità di Padri
Rosminiani fonderà una nuova Biblioteca al terzo piano del monastero
antico.
Il fondo è oggi costituito da circa otto mila volumi antichi e moderni di
carattere filosofico, storico e teologico, che sono parte dell’acquisto
rosminiano d’inizio Ottocento, e di circa due mila volumi moderni.
Dal 2022 la biblioteca della Sacra di San Michele aderisce al Sibep e dal 2023 è collegata al Sistema Bibliotecario Nazionale SBN Web.
Attualmente, i volumi presenti sono in fase di catalogazione.
Inoltre, ci teniamo a ricordare che, ogni primo sabato e domenica del
mese, la biblioteca è parte del percorso di visita speciale che include il
vecchio monastero. Il visitatore, grazie all’accompagnamento e alla
supervisione di una guida della Sacra, può andare alla scoperta di alcune aree normalmente chiuse al pubblico.
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